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venerdì, ottobre 21, 2005

 

L'arte non può essere una mantenuta

Fonte: Il Giornale, The "Creative Sector" report (European Cultural Foundation), The aenigma of european added value
In un'intervista su "il Giornale", Franco Zeffirelli difende la necessità per lo spettacolo e l'arte di essere creati con lacrime e sangue, senza nessuna forma assistenzialista da parte dello stato, come accade nei paesi anglosassoni. Nell'intervista non menziona i problemi della Lirica, ma si concentra in particolare sul cinema: è un'industria e come tale non può poplarsi di dilettanti.
"Nelle vere democrazie e penso ai paesi anglosassoni, lo Stato provvede alla mera sopravvivenza dei cittadini. Non ai loro hobbies e alle loro attività culturali!" è la summa del pensiero di Zeffirelli riguardo alla cultura. Certo che in un'ottica industriale, lo stato, le istituzioni locali, l'insieme dei cittadini devono anche porsi il problema del ritorno degli investimenti, e la cultura sembra essere proprio un fattore chiave per vendere i prodotti industriali chiamati turismo e moda, non poco importanti per garantire il benessere a milioni di cittadini italiani.
Anche produrre filmatini di trenta secondi è una spesa per la coca cola. E nessuno paga per andarli a vedere al cinema.

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