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venerdì, ottobre 21, 2005

 

L'arte non può essere una mantenuta

Fonte: Il Giornale, The "Creative Sector" report (European Cultural Foundation), The aenigma of european added value
In un'intervista su "il Giornale", Franco Zeffirelli difende la necessità per lo spettacolo e l'arte di essere creati con lacrime e sangue, senza nessuna forma assistenzialista da parte dello stato, come accade nei paesi anglosassoni. Nell'intervista non menziona i problemi della Lirica, ma si concentra in particolare sul cinema: è un'industria e come tale non può poplarsi di dilettanti.
"Nelle vere democrazie e penso ai paesi anglosassoni, lo Stato provvede alla mera sopravvivenza dei cittadini. Non ai loro hobbies e alle loro attività culturali!" è la summa del pensiero di Zeffirelli riguardo alla cultura. Certo che in un'ottica industriale, lo stato, le istituzioni locali, l'insieme dei cittadini devono anche porsi il problema del ritorno degli investimenti, e la cultura sembra essere proprio un fattore chiave per vendere i prodotti industriali chiamati turismo e moda, non poco importanti per garantire il benessere a milioni di cittadini italiani.
Anche produrre filmatini di trenta secondi è una spesa per la coca cola. E nessuno paga per andarli a vedere al cinema.

mercoledì, ottobre 19, 2005

 

Concorso: cos'è fondamentale per la cultura italiana?

Fonte: Virgilio Economia/Apcom

Il vincitore del concorso è il Ministro Letizia Moratti.
Ha dichiarato "C'è una grande sintonia con l'industria farmaceutica in quanto il governo la ritiene fondamentale per lo sviluppo economico, sociale e culturale del paese. Il settore ha dato segnali di ripresa, che devono essere naturalmente sostenuti attraverso la ricerca. Negli ultimi anni abbiamo dedicato oltre 690 milioni di euro alla ricerca industriale in questo settore. Con il fondo per le aree del Mezzogiorno sono stati finanziati laboratori pubblico-privati per la ricerca in settori strategici".

 

L'importanza di sottrarre soldi a cultura e istruzione

Fonte: Adnkronos, Centomovimenti.com
Come dice il Ministro alla cultura Buttiglione, il taglio di 187 milioni di euro al Fondo Unico per lo Spettacolo "hanno un valore simbolico elevato, ma hanno un peso quasi inesistente sul bilancio dello Stato". Lo stesso immagino si possa dire del taglio di 155 milioni di euro per il Ministero dell'Istruzione, Universita' e Ricerca.

Ma 'sti simboli, che mi significano? Ne avete un'idea?

 

Il Ministro Buttiglione minaccia le dimissioni

Fonte: Corriere della Sera, ANSA/Virgilio Notizie

A parte la minaccia di dimissioni, nel caso che non si reintegrino i soldi tagliati dalla finanziaria (ricordiamo che si parla del 30% di fondi in meno per il Fondo Unico per lo Spettacolo, che comprende cinema, teatro, lirica e danza) sono le parole del Ministro Buttiglione che ci devono far pensare: Buttiglione chiede un ritiro o un forte ridimensionamento dei tagli, che hanno un'influenza quasi inesistente sul bilancio dello Stato 'ma un elevato valore simbolico'.
Beh, se il valore è simbolico la questione va risolta in maniera più approfondita, non bastano più soldi ripescati nel nome della pace di coalizione, o mi sbaglio?

 

La tua stampante a colori e i servizi segreti

Fonte: News24.com, Washington Post
Secondo quanto risultato da una indagine condotta dalla Electronic Frontier Foundation (EFF), a seguito di un articolo pubblicato un anno fa su PC World Magazine, pare che alcune delle più diffuse stampanti a colori presenti sul mercato stampino sigle quasi invisibili, consistenti in minuscoli puntini gialli, su ogni foglio. Puntini di tale tipo sono stati individuati su documenti stampati fino a 10 anni fa.
Tali codici permetterebbero di risalire alla macchina che ha stampato le pagine e alla data di stampa, e le chiavi per decifrarli sarebbero in possesso, per ora, solo dei servizi segreti degli Stati Uniti. La EFF dichiara di aver decifrato il codice per le stampanti modello Xerox DocuPrint. In circa una settimana.
Fra le stampanti interessate sono alcuni modelli prodotti da Brother, Canon, Dell, Epson, HP, Konica/Minolta, Kyocera, Lexmark, Ricoh, Tektronix/Toshiba e Xerox.
Qualora le chiavi di decifrazione entrassero in possesso di un governo dittatoriale permetterebbero di individuare i movimenti che producono in proprio materiale di propaganda antigovernativa.
Non si è a conoscenza di attività investigative che abbiano fatto uso di tale tecnologia (i puntini si vedono solo con luce blu e lente di ingrandimento), ma non ci sono neanche leggi che tutelino le persone dal loro abuso.

 

Le mani su Cinecittà

Fonte: Avvisatore.it (interrogazioni parlamentari)
Ho appena letto una interrogazione parlamentare presentata il 21/05/2005 al Ministro per i beni e le attività culturali da parte dell'On. Titti De Simone (PRC, ovvero Rifondazione Comunista). Purtroppo sul sito in questione o su altri siti non ho trovato informazioni sulla risposta del Ministero a riguardo.

Nella interrogazione l'on. De Simone chiede conto di alcune attività dei responsabili di Cinecittà Holding, società pubblica controllata dal Ministero cui è stata rivolta l'interrogazione, ed è della massima importanza come punto di riferimento per il cinema italiano. L'Istituto Luce ad esempio è controllato da Cinecittà Holding.
Amministratore delegato della società è Umberto Livolsi, Pupi Avati ha presieduto il cda che lo ha eletto.
"Nel marzo 2005 Umberto Livolsi ha fondato con Andrea Piersanti, Presidente dell'Istituto Luce, una società, la Sushi srl, che si occupa di cinema" si legge nell'interrogazione. A maggio intanto una società controllata dal gruppo Livolsi&Partners ha organizzato a Bari un master in "Television & Film Management" (iscrizione per persona a 7750 euro), guarda caso con la sponsorizzazione di Cinecittà Holding, Istituto Luce e Cinecittà Cinema.
"Tra i docenti del master", continua l'interrogazione parlamentare, "si individuano Ubaldo Livolsi e Andrea Piersanti - rispettivamente amministratori delegati di Cinecittà Holding e presidente dell'Istituto Luce nonché soci (Piersanti di maggioranza) della neo società Sushi srl -, e poi Francesco Foroni, direttore della Livolsi&Partners - che fa capo a Umberto Livolsi -, e socio di Sushi srl; e poi ancora Bruno Della Ragione, avvocato e socio di Sushi srl - di cui sono soci fondatori Umberto Livolsi e Andrea Piersanti; Fabio Fabbi, direttore marketing di Cinecittà Holding e socio di Sushi srl"

P.S. Umberto Livolsi non è l'Ubaldo Livolsi coinvolto nella telenovela delle intercettazioni dell'estate 2005. Non mi è chiaro se invece si tratta dello stesso Umberto Livolsi, ex manager Fininvest, coinvolto nel processo All Iberian e assolto grazie alla depenalizzazione del falso in bilancio.
Comunque sembra che i due Livolsi in questione, il nostro e l'Ubaldo delle intercettazioni, siano in qualche modo accomunati dalla partecipazione nella Livolsi&Partners, se quelli della Bocconi non si sono sbagliati a scrivere.
Comunque Ubaldo Livolsi è stato descritto come banchiere molto vicino a Silvio Berlusconi e artefice principale del salvataggio di Fininvest negli anni '90. In un intervista al Corriere della Sera ha dichiarato di lavorare alla sclata del Corriere della Sera insieme all'immobiliarista Stefano Ricucci (forse solo per far aumentare di prezzo delle azioni RCS in loro possesso?).
Pare che negli ultimi tempi UbaldoLivolsi sia disperso nelle nebbie.

 

Laurea ad honorem in controcultura

Fonte: The Guardian
Gilberto Gil, leggenda della musica brasiliana e attuale Ministro della CUltura è a Londra, dove gli è stata conferita una laurea ad honorem da parte della Royal Society of the Arts.
Gil cita fra i suoi punti di riferimento la cultura psichedelica degli anni '70 e Timothy Leary, e non c'è da stupirsi poiché in fondo anche "tutti quei cervelloni della Sylicon Valley sono figli della cultura psichedelica, e il potere di espansione del pensiero dovuto all'LSD assomiglia molto a Internet".
La battaglia che il governo brasiliano sta portando avanti oggi assomiglia molto alla controcultura hippie degli anni '60 e '70: lotta contro la proprietà intellettuale, in particolare nel settore degli OGM e dei farmaci per contrastare l'AIDS.
Le compagnie farmaceutiche sono state avvisate che qualora non riducessero il prezzo dei farmaci anti-HIV il Brasile si sentirà autorizzato a copiarne i prodotti ignorando i brevetti.
Nel settore musicale sono state create leggi per garantire ai musicisti la possibilità di rielaborare e incorporare musiche di altri, è stata data
protezione alle pratiche di file-sharing.
Il governo ha annunciato che negli uffici amministrativi non verrà dato un soldo alla microsoft per le licenze del software, ma verrano solo utilizzate soluzioni freeware.
"Non sono idee mie", chiarisce Gil, "sono le idee del nostro tempo. Non sono per violare la legge, ma se la legge non interpreta il presente va cambiata. E' la civiltà che ha sempre funzionato in questo modo".
Sulla questione della proprietà intellettuale inoltre, Gil è uno dei firmatari dell' Adelphi Charter on Creativity, Innovation and Intellectual Property

martedì, ottobre 18, 2005

 

La danza ai tempi di Berlusconi

Sul sito di Contredanse, il più importante centro di documentazione del Belgio sulla danza contemporanea, hp trovato una serie di articoli interessanti, risalenti al 2003, per vedere con gli occhi degli altri la situazione culturale italina.
Gli articoli sono in francese.

domenica, ottobre 16, 2005

 

Cultura e Università sono il nemico da abbattere

Molti segnali negli scorsi anni hanno indicato che per le arti italiane, nessuna esclusa, era venuto il momento di farsi da parte.
Dapprima per lasciare spazio al nuovo dinamismo di un imprenditoria che ha cercato di cavalcare l'entusiasmo della globalizzazione come opportunità per tutti (la cosiddetta "new economy").
Poi, all'accumularsi dei segnali di una crisi in avvicinamento, per liberare risorse economiche da dedicare a sgravi fiscali, incentivi, sostegno insomma ai settori "veramente produttivi" (le imprese di industria e terziario) senza gravare sui cittadini con nuove tassazioni.
Con la Finanziaria 2006 e la riforma dell'Università, portate avanti dal governo a forza di voti di fiducia in questi giorni, non si è fatto altro che ribadire il concetto che cultura e ricerca sono rami secchi, risorse sprecate, sacrificabili. Di 164 milioni di euro il taglio del Fondo Unico per lo Spettacolo, pari al 30% rispetto al 2004 (lo stato italiano investe in cultura lo 0,2% del PIL). Di nessun risparmio invece per le casse dello stato la riforma dell'università (prevede l'abolizione di fatto della figura del Ricercatore Universitario, vedi anche le novità della riforma approvata come riportate da la Repubblica, differenti da quelle evidenziate da Azione Universitaria).
Quello che non si capisce è perché una riforma apparentemente così poco fondamentale per le casse dello stato e per il programma di governo della maggiornaza sia diventata occasione di mobilitazione in massa e blindatura assoluta da parte del Governo: a sorpresa sono state accorpate tutte le novità previste dalla riforma Moratti in un unico maxiemendamento, sottraendole a qualunque discussione in commissione perchè venissero discusse, inoltre su di esse è stata posta la fiducia e il numero di parlamentari della maggioranza affluiti in aula al momento della votazione è stato molto superiore alla norma.
Insomma, se uno era distratto sulla questione, dovrebbe immaginare che stia bollendo qualcosa in pentola, un progetto portato avanti con sospetta caparbietà, di cui sono oscure le motivazioni, e che per ciò sembra rimandare ad un vero e proprio piano di azione che prevede attività su più fronti per scardinare l'intero tessuto culturale italiano.
Facciamo insieme alcune ipotesi.

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