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venerdì, ottobre 14, 2005

 

Aumentati i finanziamenti alla danza in Francia

Fonte: Le Figaro
Renaud Donnedieu de Vabres, ministro della cultura francese, ha presentato alla stampa i nuovi provvedimenti a favore della cultura: per la danza nel 2006 è previsto un ulteriore finanziamento di 2,8 millioni di euro, ovvero un incremento del 2,7%rispetto al 2005. La Francia per la sola danza stanzierà quindi a 107,5 milioni di euro (14% dei finanziamenti riservati agli spettacoli dal vivo).

 

La storia italiana vista dalla Francia

Fonte: Le Figaro
Lo storico Pierre Milza analizza la storia d'Italia tentando di individuare una identità costante fra la dominazione romana e l'italia di oggi.
E' come ricomporre un puzzle cercare di metter insieme l'impero romano, il Vaticano, il fascismo, le brigate rosse, le origini del capitalismo nel XIII secolo grazie a banchieri e commercianti; e analizzando i semi della tradizione italiana nei paesi dove milioni di emigranti li hanno deposti (a proposito, Lawrence Ferlinghetti è stato appena fermato a Brescia, preso per un clandestino, mentre cercava fra un portone e l'altro le proprie radici , come riportato dall' Ansa), ma anche capire le differenze fra la freddezza piemontese, la creatività emiliana, il rigore toscano, il cinismo romano, il mutismo di sardi e siciliani.
La questione principale cui Pierre Milza, figlio di emigranti, cerca di dare una risposta, riguarda proprio il senso e la reale esistenza di un principio di unità: esiste una continuità fra l'italia unificata dai Cesari e quella moderna?
Partendo dall'analisi di Fernand Braudel, che già aveva affrontato il "modello italiano" evidenziando il ritiro dell'Italia dalla scena internazionale a partire dal 18mo secolo. Che però diviene una sorta di "laboratorio" di sperimentazione di nuove forme politiche, in assenza di un forte stato nazionale, fino a divenire uno dei principali sostenitori della creazione della Comunità Europea, come a dissimulare la propria debolezza nella creazione di un organismo sovrannazionale.

giovedì, ottobre 13, 2005

 

Lo sciopero del barbiere di Siviglia

Fonti: Corriere della sera, Reuters, La Repubblica
Il 14 ottobre cinema e teatri italiani resteranno chiusi per protesta contro i tagli al Fondo Unico dello Spettacolo previsti nella Finanziaria 2006.
Al senato è in discussione un decreto "salva cinema", auspicato dal ministro Buttiglione, ma alla protesta hanno aderito anche grandi catene di distribuzione (Circuito Cinema, Safin, Medusa e solo in parte la Warner).
Al Teatro alla Scala di Milano anche "il barbiere di Siviglia" non verrà rappresentato: i fondi privati raccolti dalla Fondazione coprono solo il 12% delle entrate del teatro milanese.
Al Regio di Torino il sovrintendente Walter Vergnano ha dichiarato che verrà presentata al pubblico una lettera di protesta in occasione dell'inaugurazione della stagione lirica.
Per le fondazioni lirico-sinfoniche la bigliettazione copre appena il 20% delle entrate (solo l'Arena di Verona riesce ad avere una quota significativamente superiore).
Il taglio dei finanziamenti per il 30%, fanno notare imprenditori e sindacati dello spettacolo, uniti dalla protesta, porterà alla chiusura di un gran numero di imprese, e probabilmente anche alla soppressione del Festival del Cinema di Venezia.
L'Italia destina alla cultura in totale solo lo 0,2 per cento del Pil, e in questo siamo fra gli ultimi in Europa: il Portogallo ha lo 0,9 per cento, la Francia l'1,3.
Nello stesso giorno, il 14, è stata convocata anche una manifestazione nazionale a Roma, al Centro Congressi Capranica, in piazza Capranica, alle 14.30.

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